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L’implantologia è una terapia odontoiatrica nata per sostituire i denti perduti con elementi fissi in grado di assicurare al paziente una buona funzione masticatoria ,una estetica ottimale e soprattutto eliminare la problematiche dovute a protesi rimovibili.
Se lo scopo principale di questo studio è quello di mantenere i denti naturali tuttavia nei casi in cui i denti sono irrimediabilmente perduti o in casi che abbiano già perduto gli elementi dentali, è possibile effettuare la riabilitazione protesica con l’utilizzo di impianti di titanio inseriti chirurgicamente nell’osso.
ll materiale più utilizzato per la produzione di impianti è il titanio, materiale biocompatibile che non comporta reazioni di rigetto da parte dell’organismo. Gli impianti inseriti nell’osso vengono fortemente inglobati dai meccanismi di osteointegrazione per cui dopo qualche mese raggiunta una grande stabilità possono essere rivestiti da corone protesiche. La terapia riabilitativa implantare può essere eseguita solo in pazienti in buona salute generale, possibilmente non fumatori e che non abbiano malattia parodontale in atto; l’età non rappresenta un fattore di rischio. In caso di pazienti affetti da parodontite, questa deve essere completamente eliminata prima dell’inserimento degli impianti. I pazienti riabilitati con impianti devono essere scrupolosamente seguiti nel tempo perchè essere affetti da parodontite, rappresenta un fattore di rischio per il fallimento della terapia implantare.
I dati della letteratura scientifica mostrano un alto grado di successo degli impianti anche dopo 10-15 anni, soltanto in pazienti con una scrupolosa attenzione verso l’igiene orale e un buon mantenimento delle condizioni di salute parodontale.Nei casi di edentulia totale gli impianti possono essere utilizzati per stabilizzare le protesi mobili o per sostenere protesi fisse particolari (Toronto Bridge).
Nei casi particolarmente difficili specialmente quando si devono inserire impianti nelle vicinanze di strutture delicate (vasi arteriosi nervi) si ricorre oggi alla implantologia “guidata”. Tale terapia prevede l’utilizzazione di mascherine guida che costruite sulle TAC del paziente, permettono di inserire gli impianti in tutta sicurezza. Nel nostro studio la Dr Magnani si occupa della valutazione e della esecuzione chirurgica della terapia implantare.
In alcuni pazienti (20-30%), la gengivite non curata può trasformarsi in un’infiammazione più profonda, la parodontite (cosiddetta piorrea), che interessa l’osso sottostante e le radici dentali con la formazione di tasche , (distacco della gengiva dal dente) e recessioni (retrazioni) gengivali associate a sanguinamento, talvolta ad ipersensibilità dentale e nei casi più gravi a vacillamento e migrazione dentale. Tali lesioni possono provocare anche la perdita spontanea di elementi dentali.
Nel caso di tasche poco profonde, (3-5 mm) la parodontite viene trattata dal Prof. Pini Prato e dalla Dr.ssa Magnani con una terapia non chirurgica (terapia causale) per l’eliminazione della placca e del tartaro sopra e sotto gengivale. La terapia causale viene effettuata in una o più sedute con l’utilizzo o meno di anestesia.
Nei casi di tasche più profonde (> 5-6 mm) viene effettuata la terapia chirurgica che consiste nella esposizione delle radici dentali e dei difetti ossei dopo l’incisione e il sollevamento dei tessuti gengivali. Durante la chirurgia, le radici dentali infette vengono pulite e i difetti ossei vengono rimodellati con lo scopo che a guarigione avvenuta le tasche siano eliminate e la gengiva risulti di nuovo attaccata ai denti.
Nei casi più lievi ,tecniche chirurgiche minimamente invasive sono effettuate in questo studio per favorire i processi rigenerativi dei tessuti e minimizzare i fastidi post-operatori per il paziente.
Ultimamente la ricerca scientifica ha permesso di ottenere nuovi materiali in grado di distruggere l’ecosistema (biofilm) nel quale vivono e si riproducono i microbi. L’applicazione di tali materiali decontaminanti sulle radici dentali o sugli impianti infetti permette oggi di trattare con successo ascessi acuti parodontali e perimplantari evitando l’uso degli antibiotici.
Eliminata l’infezione parodontale, in pazienti molto motivati, è possibile effettuare procedure chirurgiche per rigenerare l’osso perduto intorno ai denti (rigenerazione guidata parodontale) o per ricostruire la gengiva danneggiata dalla malattia.
Particolare attenzione è rivolta al il riconoscimento e la cura di ragazzi e giovani pazienti che presentano la parodontite in età precoce (15-18 anni) denominata “Parodontite Giovanile o Aggressiva” causata da microbi molto virulenti e da una risposta immunitaria alterata. Questa forma, molto subdola, presente in giovani con buona igiene orale e gengive che sembrano perfettamente sane, produce rapidamente una grave distruzione dell’osso e se non trattata, può far perdere i denti in pochi anni. Pertanto, dopo una accuratisima indagine diagnostica, è necessario intervenire precocemente e tempestivamente per arrestare la progressione della malattia. In questi giovani pazienti, dopo una scrupolosa fase di terapia iniziale associata a terapia antibiotica specifica, è indicato il trattamento rigenerativo dell’osso perduto.
Dopo la terapia parodontale attiva, i denti risanati ma eccessivamente mobili per la preceduta perdita di osso possono essere mantenuti solidarizzandoli tra loro. La solidarizzazione (splintaggio) viene effettuata con l’utilizzazione di sottili fili o retine in carbonio che sono posizionate e fissate sulla superfice interna dei denti in modo da non creare problematiche estetiche. E’ molto importante che la solidarizzazione permetta sempre un adeguato controllo della placca batterica.
Una gran parte della terapia della terapia chirurgica parodontale effettuata in questo studio è finalizzata alla risoluzione delle problematiche estetiche dovute alla retrazione della gengiva (recessioni gengivali) con la consequente scopertura della radice. Le recessioni gengivali sono spesso dovute a manovre igieniche non appropriate come uno spazzolamento traumatico in pazienti molto puliti e possono provocare una fastidiosa ipersensibilità al caldo e al freddo. Molti di questi pazienti, in particolare i giovani, non gradiscono di mostrare denti più lunghi quando sorridono e richiedono sempre più frequentemente trattamenti di copertura radicolare .In questi casi con opportuni delicati interventi di chirurgia plastica gengivale (chirurgia muco gengivale) è possibile ricostruire la gengiva perduta riuscendo a ricoprire completamente la radice esposta.
Dopo la terapia parodontale attiva, i denti risanati ma eccessivamente mobili per la preceduta perdita di osso possono essere mantenuti solidarizzandoli tra loro. La solidarizzazione (splintaggio) viene effettuata con l’utilizzazione di sottili fili o retine in carbonio che sono posizionate e fissate sulla superfice interna dei denti in modo da non creare problematiche estetiche. E’ molto importante che la solidarizzazione permetta sempre un adeguato controllo della placca batterica.
Una gran parte della terapia della terapia chirurgica parodontale effettuata in questo studio è finalizzata alla risoluzione delle problematiche estetiche dovute alla retrazione della gengiva (recessioni gengivali) con la consequente scopertura della radice. Le recessioni gengivali sono spesso dovute a manovre igieniche non appropriate come uno spazzolamento traumatico in pazienti molto puliti e possono provocare una fastidiosa ipersensibilità al caldo e al freddo. Molti di questi pazienti, in particolare i giovani, non gradiscono di mostrare denti più lunghi quando sorridono e richiedono sempre più frequentemente trattamenti di copertura radicolare .In questi casi con opportuni delicati interventi di chirurgia plastica gengivale (chirurgia muco gengivale) è possibile ricostruire la gengiva perduta riuscendo a ricoprire completamente la radice esposta.